Attualità In Senologia 2022

Attualità In Senologia 2022

La stima, anche se per difetto, è che oltre un milione e trecentomila donne americane abbiano ricevuto una tale diagnosi con i successivi trattamenti ortodossi (chirurgia, chemio e radio), inutili se non per le industrie del cancro. In particolare, Valerie Beral, della University of Oxford, e il suo team hanno rilevato che era più alto nelle donne che usavano la combinazione di estro- progestinici rispetto a quelle che assumevano solo estrogeni ma anche nelle pazienti che l'avevano iniziata subito dopo la menopausa. L'incremento, infatti, era statisticamente significativo se la terapia era stata avviata entro i primi cinque anni di post-menopausa, con un rischio relativo di 2.04 con l'associazione di ormoni e 1,43 con i soli estrogeni, rispetto alle pazienti che invece l'avevano iniziata dopo 5 anni dalla menopausa. Al contrario, l'associazione tra fumo in xeloda farmacia on line acquistare postmenopausa e tumore al seno ha dato esito inverso (Hr: 0,93 per ogni aumento di 20 pacchetti-anno). Tre settimane dopo la conclusione del periodo di trattamento, le donne che assumevano l'inibitore della ricaptazione della serotonina hanno riportato un aumento medio giornaliero di vampate di calore pari a 1,59 rispetto alle donne che assumevano placebo. Secondo Andrew Dillon, chief-executive del Nice "non vi sono evidenze sufficienti di efficacia del farmaco nel prolungare la sopravvivenza e nel garantire una migliore qualità di vita alle pazienti rispetto ai trattamenti esistenti".

Nelle donne sane in menopausa, l'assunzione di 10-20 mg/die di escitalopram, inibitore della ricaptazione della serotonina, riduce, rispetto al placebo, la frequenza e la gravità delle vampate di calore dopo otto settimane di follow up. Lo studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha coinvolto 205 donne, sottoposte per otto settimane all'assunzione di escitalopram o placebo. Uno studio clinico che ha ben evidenziato l'inutilità e la pericolosità di questo trattamento è stato pubblicato nel 1982 sul The New England Journal of Medicine. Questo tumore è il quarto più comune nelle donne nel mondo, mentre diventa il primo in 38 paesi, molti dei quali dell’Africa sub-sahariana. La proporzione e' piu' alta fra le donne, che sale fino al 22% dei casi di cancro al seno, fra due e sette volte piu' delle stime precedenti, che indicavano un livello fra 3 e 12%. Le revisioni verso l'alto sono incluse in una nuova linea programmatica del Cancer Council of Australia, il principale organismo preposto al monitoraggio del cancro nel Paese, pubblicata sul Medical Journal of Australia.

La tecnica PET nel dispositivo MAMMI misura l'attivita' metabolica del tumore localizzando l'alto assorbimento di glucosio da parte delle cellule cancerose. Nel corso di un follow up pari a 3.005.863 anni-persona, si sono registrati 8.772 casi incidenti di tumore invasivo al seno. Su un totale di 3.887 pazienti, sono state rilevate metastasi occulte nel 15,9% dei casi. Nella ricerca, pubblicata su Embo Molecular Medicine, e' stata osservata l'attivita' dei geni coinvolti in oltre mille casi di tumore al seno e si e' rilevato che l'oncogene ZNF703 era iperattivo. È la conclusione di un lavoro statunitense, coordinato da Silvina Levis, del centro di Ricerca geriatrica della Miller school of medicine, università di Miami, in cui è stata valutata l'efficacia di questi prodotti spesso usati come alternativa all'ormonoterapia sostitutiva. È l'esito di uno studio americano, condotto da un gruppo di patologi, chirurghi e biostatistici coordinato da Donald L. Weaver dell'università del Vermont, a Burlington. Come sostiene uno studio del National Cancer Institute di Bethesda, Maryland, l’allium sativum, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae è infatti ricco di allina, un principio attivo che, al pari di porri, cipolla e scalogno, trasformandosi in allicina a seguito della rottura delle proprie molecole genera diverse sostanze benefiche per il nostro organismo.

Il sistema del glutatione, presente nel nostro organismo, consentiva ai nostri antenati di disintossicarsi in modo naturale dal veleno che sprigionava il fumo dei focolari in cui bruciava la legna ma non è sufficiente a difenderci oggi dal fumo rilasciato nell’aria da milioni di macchine ed aerei, dalle centrali energetiche, dall’industria e, dulcis in fundo, dai roghi tossici. Abbiamo già detto che l'uomo non sarebbe potuto sopravvivere fino ad oggi se non avesse integrato nel suo cervello programmi biologici di sopravvivenza volti al superamento di ogni genere di ostacoli che nel corso dei millenni si sono presentati sul cammino della sua evoluzione. « L'indirizzo oggi seguito è quello di non prescrivere la Tos a tappeto, ma solo in base alla valutazione di ogni singola paziente con esigenze ben precise, ed è, per esempio, controindicata nelle donne con familiarità per il tumore al seno. Lo studio prospettico di coorte condotto dall'équipe di Fei Xue, del dipartimento di Ostetricia e ginecologia del Brigham and women's hospital, a Boston, ha voluto chiarire le reali conseguenze del fumo di sigaretta sull'eventuale comparsa di tumore al seno. Con questo studio prospettico randomizzato vengono dunque ridimensionate le potenzialità prognostiche relative alle recidive e alla sopravvivenza delle donne con cancro del seno attribuite alle metastasi occulte linfonodali da precedenti studi retrospettivi e osservazionali.

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